In Danimarca, l’uso di questo integratore è stato ufficialmente vietato. Tuttavia, in Italia continua a essere impiegato con notevole frequenza. I medici italiani lo prescrivono senza particolari restrizioni o timori. Ma da dove nasce questa differenza di approccio? E di quale integratore stiamo parlando? Approfondiamo insieme la questione per comprendere meglio la situazione e individuare la risposta che cerchiamo.
Integratore alimentare: cosa sappiamo davvero?
È indubbio che gli integratori alimentari svolgano un ruolo significativo nel supportare la nostra salute. Tuttavia, come per ogni prodotto, è fondamentale utilizzarli con attenzione e consapevolezza. Proprio per questo motivo oggi analizziamo più da vicino il tema, soprattutto perché un integratore in particolare ha suscitato preoccupazione, almeno in Danimarca. Ma quali sono le ragioni di questo allarme?

Si tratta di un integratore che sta suscitando preoccupazione tra i medici di diversi Paesi, soprattutto a causa della sua crescente popolarità. È importante ricordare che gli integratori non sostituiscono una dieta equilibrata, ma rappresentano un supporto aggiuntivo. Lo stesso termine “integratore” lo suggerisce chiaramente. Non devono quindi essere considerati una soluzione miracolosa a tutti i problemi di salute.
Eppure, questo specifico integratore, di cui parleremo tra poco, sembra essere percepito proprio come una sorta di rimedio universale. Forse anche per questo motivo, in Danimarca ne è stato vietato l’uso. Tuttavia, le motivazioni sono molteplici e meritano di essere approfondite, per capire meglio di cosa si tratta e quali rischi può comportare.
Ashwagandha: composizione e utilizzi principali
L’ashwagandha è un arbusto che cresce spontaneamente anche in alcune regioni italiane, come la Sicilia e la Sardegna. Dalla sua radice, che viene essiccata, si ricavano estratti utilizzati a scopo medico. Questa pianta contiene principalmente lattoni steroidei, oltre a una significativa presenza di alcaloidi e altri composti attivi che ne determinano le proprietà.

Generalmente, l’ashwagandha viene impiegata come integratore per trattare condizioni quali artrite, asma, gozzo, ulcere e disturbi neurologici. In alcune aree, viene utilizzata anche per contrastare ansia, stress e insonnia. Diversi studi clinici suggeriscono che questa pianta possa essere di aiuto in situazioni di stress psicofisico.
In particolare, gli effetti dell’ashwagandha sembrano includere la riduzione dei recettori della dopamina e la limitazione dei danni cellulari causati dall’ossidazione dei lipidi. Inoltre, contribuisce a modulare il sistema immunitario, aiutando l’organismo a gestire meglio gli stati di stress eccessivo.
Può rappresentare un rischio per la salute?
Prima di tutto, l’ashwagandha è sconsigliata a donne in gravidanza, bambini e donne che allattano. È necessario prestare particolare attenzione anche se si assumono farmaci antidiabetici, antitiroidei o immunosoppressori, poiché possono verificarsi interazioni significative e potenzialmente pericolose.

La Danimarca ha scelto di vietare la vendita e l’utilizzo di questo integratore sulla base di un rapporto redatto dall’Università nel 2020. Questa decisione ha generato numerose polemiche e acceso il dibattito sugli effetti dell’ashwagandha sull’organismo umano, soprattutto considerando che molti altri Paesi non hanno adottato provvedimenti simili.
Secondo alcune ricerche, il rischio maggiore riguarda le donne in gravidanza: il rapporto sottolinea che in passato la radice veniva utilizzata per indurre aborti, una pratica diffusa in alcune aree della Cina e dell’India. Inoltre, chi assume l’ashwagandha potrebbe sperimentare una sorta di “appiattimento emotivo”, con conseguente riduzione della capacità di provare stress e ansia.
In quali prodotti si trova?
In Italia, questa radice è presente esclusivamente negli integratori alimentari. Viene inoltre impiegata nella preparazione di decotti, paste, oli sia per uso interno che esterno. Talvolta è utilizzata come unico ingrediente, altre volte in combinazione con estratti vegetali diversi. Non è invece presente negli alimenti di uso quotidiano.

In generale, in Italia il suo utilizzo è considerato sicuro, anche se sono state segnalate alcune reazioni avverse come diarrea, vomito e dolori addominali. In rari casi, sono stati riportati episodi di epatotossicità, sebbene non sia ancora stato chiarito se siano direttamente attribuibili all’ashwagandha.
In conclusione, in Italia questo integratore continua a essere utilizzato, ma come per ogni prodotto è fondamentale adottare un approccio prudente. I rischi esistono, soprattutto per determinate categorie di persone. È quindi sempre consigliabile prestare attenzione, valutare alternative più sicure e consultare un medico prima di assumerlo.